A cura di Beppe Magrone
Il calcio è uno sport meraviglioso con un piccolo grande difetto: non esiste riconoscenza. E’ lo sport dove siamo tutti presidente ed allenatori (del dopo triplice fischio). Quando l’arbitro manda tutti negli spogliatoi diventiamo tutti coach. Cosi è stato dopo la sconfitta in pieno tempo supplementare del Bari contro il Cagliari. Quelli che fino ad un secondo prima erano eroi di colpo diventano schiappe o peggio ancora fautori di un complotto inscenato fino alla finale playoff. Sentire o leggere i commenti post gara è veramente una desolazione. Il processo al Bari inizia subito con due capi d’imputazione:
- La proprietà aveva architettato tutto, arraffato quanto più possibile dagli incassi per poi chiedere ai suoi di tirare in remi in barca nel finale per non andare in A.
Roba da cinepanettone direte? Bene il film, secondo alcuni, fa parte del progetto per fare ulteriori incassi. Mi chiedo se a questo capolavoro cinematografico facesse parte anche la traversa di Folorunsho e le parate di Caprile. Non sarebbe stato più semplice chiedere al portiere meno impegno?
- Mignani non all’altezza della situazione. L’allenatore del Bari, che ha portato i galletti dalla C alla B e ha chiuso la regolar season al terzo posto non sarebbe l’allenatore giusto per andare in A.
Il calcio è questo purtroppo, esaltazione per un pareggio ottenuto negli ultimi secondi della partita di andata, crocifissione mediatica, per un goal subito in pieno recupero. Non ci sono mezze misure, se Pavoletti avesse lisciato il pallone oggi gli accusatori sarebbero in prima linea carro dei vincitori a ripetere il classico: “Te lo avevo detto che questa presidenza e questo allenatore ci portavano in A”. Nel calcio il “io lo sapevo” va bene per tutte le stagioni.
Insomma in questo sport è facile fare la sibilla, basta aspettare che tutto sia compiuti, come indovinare i numeri del lotto dopo l’estrazione.
Bari, cosi come tutta Italia, ha bisogno di un pizzico di equilibrio e tanta sana cultura sportiva. Ieri ha vinto il Cagliari perchè ha trovato il guizzo nel finale con un giocatore di esperienza; perchè nei minuti finali ha dovuto fare la partita di chi non ha più niente da perdere; Il Cagliari ha vinto perchè in panchina siede un allenatore come Claudio Ranieri, che, dati alla mano, avesse preso la squadra ad inizio campionato sarebbe arrivato in A dalla porta principale.
Si può essere delusi, certo, amareggiati, ma cercare colpevoli dopo una stagione del genere, persa a pochi secondi del fischio finale è ingeneroso.
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